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  • Manuela Pintore

BENNY, UNA STORIA TRISTE CHE SI TRASFORMA IN FAVOLA




Articolo di Giorgia Michelotti - Referente Emilia Romagna Dipartimento Etico Specialmente Abili


La storia conosciuta di BENNY comincia nel lontano 2015, quando viene portato insieme alla sorella al Canile Intercomunale di Fiorenzuola D’Arda, in provincia di Piacenza.

Sono due segugi, due mucchietti di ossa feriti nel corpo e nell’anima, come spesso succede quando vengono ritrovati vaganti cani di questa razza. Persi? Abbandonati? Non utili ai cacciatori? Non lo sapremo mai.

Sicuramente sono assolutamente terrorizzati da tutto quello che si muove attorno a loro. I volontari li chiamano Benny e Lilly, i piccoli hanno circa un paio di anni. Prestate le prime cure, comincia la loro permanenza in canile. Sono cani che non disturbano, a stento li vedi comparire verso la porta del box. La loro vita procede un giorno dietro l’altro, con giornate sempre uguali. Sono pochissimi i volontari che si dedicano a loro perché è frustrante avere a che fare con un cane fobico, terrorizzato da tutto. Alcuni però ci riescono e creano dei legami forti con loro. Una mattina Benny, dopo 4 anni di permanenza al canile, apre gli occhi e c’è solo buio davanti a lui...

Avete mai pensato cosa può provare un cane che da un momento all’altro rimane completamente al buio? Senza punti di riferimento, abbandonato a sé stesso. Confusione, tristezza, smarrimento, depressione…

Gli operatori e i volontari si accorgono subito che qualcosa non va. Visita veterinaria, visita oculistica e arriva la triste diagnosi S.A.R.D. (Sindrome da atrofia della retina improvvisa). Gestire un cane diventato cieco all’improvviso e per di più in una struttura come un canile è un arduo compito per volontari ed operatori.

Come sempre succede però gli animali trovano strategie incredibili per sopravvivere e andare avanti. Io che amo i segugi e che ho vissuto nella mia vita con due cani ciechi, conosco Benny (e ovviamente tutti gli altri ospiti del canile) nel novembre del 2019, quando comincia il mio mandato come educatore in questo canile. Ed è amore a prima vista, come si dice.

Io e Benny cominciamo un percorso basato su attività mirate all’aumento dell’autostima, come le attività olfattive e tutto ciò che è attivazione mentale. Miriamo a sensibilizzare tutti gli altri sensi funzionanti, prima di tutto l’udito insegnandogli con tono, volume e timbro a capire alcuni comandi e seguire la fonte del suono. Sempre con un comando verbale, “Attento”, lo avvisiamo nel caso ci siano ostacoli davanti a lui. Il lavoro sull’olfatto è quello che Benny ama di più, usare quel tartufo e trovare bocconcini prelibati lo fa sentire un super cane, quale è tra l’altro, e porta la sua autostima a mille. Si lavora anche sul gusto, cambiando spesso premi e consistenza degli stessi affinché possa fare anche esperienze gustative. La parte che meno ama all’inizio è quella sul tatto, è un cane fobico e ricevere contatto all’improvviso, non potendo vedere quello che succede attorno, lo mette in difficoltà. Somestesia, propriocezione, equilibrio, affidamento a livello fisico è tutto il lavoro che viene impostato in modo graduale. Il lavoro iniziato con me, viene portato avanti dai meravigliosi volontari del canile che con volontà e dedizione cominciano ad occuparsi di lui in modo più costante e ripropongono le attività.

Anche le passeggiate diventano più piacevoli per Benny grazie all’aiuto di altri cani che gli fanno da spalla nelle uscite. Ormai Super Benny esce e fa attività con tantissimi volontari. Mettere la pettorina diventa ogni giorno più facile e veloce e le passeggiate sono piacevoli ed appaganti. Ma, come si dice, “la sfiga ci vede benissimo” e una mattina di punto in bianco troviamo Benny nel box che gira in tondo senza tregua e non si sostiene sulle zampe. Si vola in clinica. Diagnosi: Sindrome vestibolare idiopatica del cane anziano. Non avere equilibrio ed essere già cieco è una situazione disastrosa. Dopo qualche giorno di ricovero rientra in canile e gli unici momenti di pace da tutto questo girare è il solo contatto umano, quello che per tanti anni aveva fuggito.

Io, gli operatori e tutti i volontari abbiamo fatto un lavoro immane con lui. Compagnia costante durante il giorno in canile, esercizi per equilibrio, mini-passeggiate aiutandolo nel movimento, e una casa per la notte, in modo da poterlo controllare ogni secondo e poter intervenire in caso di necessità. In questo periodo Benny migliora tantissimo e comincia ed apprezzare la quotidianità di una vita casalinga...si sa mai che qualcuno un giorno non si innamori di questo essere tanto fragile quanto forte?!? Non ci crederete ma, in una serata in famiglia durante una festa a sorpresa per il mio compleanno, Elena una mia cara amica, lo vede e sbammmm!!!! Colpo di fulmine!!!

Oggi Benny vive una vita fantastica con persone fantastiche, Elena e Lino e altri 5 cani che lo hanno accolto con entusiasmo, come se fossero insieme da sempre... Non esiste buio, non esiste disabilità, esiste solo un cane che ha mille risorse nonostante tutto, e un gruppo umano e canino attorno a lui che lo sostiene in caso di necessità. Questa è la nostra favola, quella cominciata come una storia triste, e che diventa un lieto “non fine” perché il bello arriva proprio ora, ora che si comincia davvero a vivere!!! Il ringraziamento più grande va ad un essere speciale, lui, Benny che ci ha insegnato tanto, a tutto lo staff del canile di Fiorenzuola che non lo ha mai abbandonato e ai suoi nuovi mamma e papà e fratelli pelosi che lo hanno voluto e amato dal primo giorno.

Buona vita Benny, ti amiamo.

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